Re: La velocità della luce
Emiliano ha scritto:
> Non capisco cosa significhi che il superamento della velocit� della luce
> dovrebbe invertire il normale "scorrere" del tempo... Da profano, quale
> sono, sono rimasto leggermente turbato :)
Ciao Emiliano.
La velocita' della luce e' oggi presa come limite invalicabile, ed
effettivamente sembra esserlo per le misure e per il concetto che essa
sottende.
Riguardo all'una ed all'altra, cioe' al fatto che o non si sia mai
misurata velocita' maggiore o che non si riesca a pensare il nostro
mondo (cioe' retto dalla causalita' degli eventi) privo di una
velocita' limite, sono molto sottili le implicazioni che giocano anche
ruoli marginali, ma cio' nonostante importanti.
Della letteratura scientifica riguardante l'aspetto teorico vi sono
lavori di Landau e Penrose ma anche Feynman e Einstein, Davies,
Weinberg... e tanti altri , una mole di scritti che in un verso o
nell'altro conducono alla impossibilita' oggettiva di avere il Mondo
cosi' com'e' PASSATO-PRESENTE-FUTURO sorretto dalle leggi della
causalita' qualora si possa comunicare con chicchesia e con una
qualsivoglia rapidita'. Si possono supporre degli scenari in cui 3
attori ( supponili elettroni o persone... comunque capaci di "inviare"
informazioni ) si riportano a situazioni assurde in cui il primo invia
un segnale ad uno degli altri 2 e poi dopo qualche giochetto gli
ritorna la risposta di avvenuta ricezione ,ma gli ritorna ad un tempo
anteriore a quello di invio!
Insomma la velocita' limite e' necessaria per un mondo causa-effetto,
ma bisogna capire bene quale e' il significato da associare alla
"esistenza di una velocita' limite".
Bisogna negare l'esistenza di una velocita' superiore al limite
soltanto quando essa comporti un reale passaggio di informazione. Tolta
l'informazione infatti non dovrebbero esserci problemi almeno in linea
teorica, ed alcuni lavori russi hanno mostrato che l'esistenza dei
tachioni e' ammissibile in questo contesto.
Ma il discorso qui diventa molto sottile.
Quando si voglia stabilire se una ipotesi teorica ha una valenza
pratica si passa alla misura, ma agli esperimenti non ci si arriva in
modo diretto. Come tu saprai, l'esperimento si modella in maniera tale
da controllare proprio quelle grandezze che sono in gioco, e per
ottenere dei risultati si scende a compromessi. Non si puo' avere
tutto, subito e senza difficolta'. Quanto maggiore sia il grado di
precisione che l'esperimento e' in grado di fornire tanto piu' esso
sara' basato su assunzioni, o implicazioni, o precedenti misure, o
semplicemente su strumenti coadiuvanti, che ne vincoleranno i
risultati.
Non so se ti cimenti con esperimenti e misure, ma se non lo fai puoi
renderti conto di cio' con facili osservazioni.
A questo punto come valutare se vi sia reale passaggio di informazione?
Anzi, cosa effettivamente implica un passaggio di informazione?
Received on Thu Dec 22 2005 - 09:37:24 CET
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