Re: potenza a radiofrequenza (WiFi)

From: Gino Di Ruberto [GMAIL] <gino.diruberto_at_gmail.com>
Date: Mon, 6 Feb 2012 01:03:43 -0800 (PST)

On 30 Gen, 21:16, not1xor1 <" "_at_libero.it> wrote:

> un tale su it.comp.hardware sostiene che, in un router WiFi, ad un
> aumento di emissione di 100mW corrisponde un aumento di assorbimento
> di corrente di alimentazione non superiore a 1-2 mA

Ciao.
In generale, per qualunque apparato trasmittente, un aumento di soli
1-2 mA
per 100 mW, onestamente, non vorrei sbagliare ma mi sembra un po'
pochino. Su 10-20 mA possiamo discutere. Del resto, basta moltiplicare
per la tensione di alimentazione e
vedere se si ottiene proprio quell'incremento della potenza.
Poi bisognerebbe anche valutare la potenza dissipata, cio� non
irradiata,
per cui l'incremento di potenza assorbita calcolato sarebbe maggiore
rispetto all'effettivo aumento di potenza irradiata.
Forse, confrontando la scheda tecnica di un router destinato al
mercato
americano, che dovrebbe poter trasmettere con 200 mW, e uno gemello
destinato al mercato italiano, 100 mW, si potrebbe stimare esattamente
la
differenza di corrente assorbita.

> io sostengo invece:
> -1) che non ha nessun senso parlare di aumento di corrente senza
> prendere in considerazione la tensione di alimentazione del sistema in
> questione

Beh, posso dirti che, in generale, uno stesso apparato trasmittente,
pur
mantenendo rigorosamente costante la tensione di alimentazione, pu�
trasmettere a potenze diverse, assorbendo maggiore o minore corrente.
Naturalmente, ci sar� un potenziometro all'interno che poi tover� il
modo di
fare quello
che dici tu, cio�, essendo interessato da una caduta di potenziale
dipendente dalla resistenza variabile, far� s� che anche ai capi degli
altri
componenti inseriti nel partitore di tensione ci sia una tensione
variabile a seconda delle esigenze.
_Solo a titolo di esempio_, cos� ti fai un'idea, ecco i consumi del
mio
apparato ICOM IC-3210E
Non siamo sui 2.4 GHz, ma a frequenze completamente diverse (144/430
MHz),
ma il senso del discorso non cambia:
alla tensione di alimentazione di 13,8 V costante in CC
-assorbimento in ricezione
circa 550 mA in attesa, 900 mA con il volume al massimo
-assorbimento in trasmissione a 5 watt (in FM)
circa 3,6 A
-assorbimento in trasmissione a 25 watt (in FM)
circa 7,6 A
A questo punto, se moltiplichi la tensione per la corrente, per
ricavare la
potenza erogata dall'alimentatore in CC, noterai che hai
un
valore di potenza maggiore rispetto al valore nominale della potenza
in
trasmissione indicato dal costruttore dell'apparato, ma questo, ahim�,
� un
fatto normale,
vista la
potenza che si dissipa in calore e in altri modi.
(Poi, anche quei 25 watt, una volta arrivati all'antenna, non � detto
che
finiscano tutti sotto forma di energia irradiata, ma questo � un altro
discorso, vedi sotto, alla fine di questo post.)

> [.....]
> "La potenza di un segnale RF � definita sul Peak Power della
> forma del segnale, fattore di cresta compreso;

Direi che dipende dai casi. Quando si parla di potenza, applicando un
segnale a radiofrequenza a un certo componente, ma
anche per i circuiti in corrente alternata in generale, in alcuni
casi, ci si riferisce alla potenza media (cio� mediata nei periodi),
in
altri alla potenza di picco.
Anche se si parla di potenza di picco, occore specificare bene cosa si
intende: ci si pu� riferire alla potenza istantanea nel picco delle
sinusoidi, oppure alla potenza media durante i picchi di modulazione,
cio�
quando le sinusoidi diventano pi� ampie.
Comunque, spesso, quando si dice solo "potenza", senza specificare
null'altro, ci si riferisce alla potenza media, cio� mediata nei
periodi
ossia nelle singole sinusoidi, ed anche io intender� questo nel
seguito di
questo post.
(Ricordiamo anche che si definisce la potenza irradiata da un'antenna
con
l'integrale di superficie del vettore di Poynting su una superficie
chiusa
che la racchiude; inoltre, se si confronta l'antenna in questione con
un
dipolo o con un'antenna isotropica, si definisce anche
la potenza equivalente irradiata, rispettivamente
ERP
http://it.wikipedia.org/wiki/Potenza_irradiata_efficace
o EIRP
http://it.wikipedia.org/wiki/EIRP
tenendo conto anche del guadagno dell'antenna nella direzione di
massimo
campo.)
Tutto sta nello specificare _chiaramente_ a cosa ci si riferisce.
Se l'ampiezza del segnale radio trasmesso � costante, per esempio in
FM
(modulazione di frequenza),
anche la potenza (mediata nei periodi) � costante.
In altri tipi di modulazione, per esempio AM (modulazione di
ampiezza),
l'ampiezza e conseguentemente la potenza dipendono dalla modulante
cio�
dall'informazione
trasmessa e dunque
non puoi indicare a priori quale sar� in ogni istante il valore della
potenza senza sapere cosa vai a trasmettere.

> altrimenti un
> segnale G con banda 20MHz da 100mW non corrisponderebbe ad un
> segnale N con banda 40 MHz da 100mW! Il segnale wifi e' uno
> sputo insignificante, e' praticamente rumore di fondo."

Sputo? Beh, la potenza, pur distribuita in un ampio intervallo di
frequenze,
c'� sempre.
Il tuo interlocutore intende dire che, a seconda del tipo di
modulazione, o comunque in generale del modo in cui si trasmette, una
stessa
potenza viene concentrata in una banda (intervallo di frequenze) pi�
o meno larga o stretta.
Alcune modulazioni sono ritenute pi� vantaggiose di altre proprio
perch�
concentrano magiore potenza in una banda pi� stretta. Se tu
analizzassi il
segnale ricevuto con un analizzatore di spettro, mettendo la frequenza
sull'asse delle ascisse, vedresti una "campana" pi�
stretta e pi� alta.
Per esempio, la SSB (banda laterale unica) � pi� vantaggiosa dell'AM.
Poi, il CW (la telegrafia) � ancora pi� vantaggioso rispetto all'SSB,
infatti noi radioamatori riusciamo a collegare stazioni in CW a
distanze
maggiori anche con potenze minori, rispetto ai collegamenti in fonia
(a
voce) che si fanno in SSB o in AM.
In ogni caso, anche nella situazione meno vantaggiosa, cio� quando la
"campana" � molto allargata, per cui i punti della curva hanno valori
piccoli
come ordinata, la potenza, anche se devi fare l'integrale in un
intervallo
pi� ampio, continua a esserci.
In particolare, riguardo al wire-less, credo che il tuo interlocutore
voglia
dire questo:
se trasmetti utilizzando lo standard IEEE 802.11N, poich�
esso consente una trasmissione di dati a maggiore velocit�, impieghi
necessariamente una larghezza di banda maggiore rispetto alla
larghezza di
banda che impieghi trasmettendo con lo standard
IEEE 802.11G. E' chiaro che, a parit� di potenza complessiva,
quest'ultima
si distribuisce
in un intervallo di frequenze pi� ampio.

> a me risulta che tra i metodi di misura della potenza in radio
> frequenza c'� anche quello di applicare il segnale ad un carico
> resistivo e comparare il calore sviluppato con quello di un carico
> uguale alimentato in corrente continua
>

Certo, in corrente alternata, a qualunque frequenza, nulla ti vieta di
confrontare la potenza dissipata per effetto Joule (mediata nei
periodi)
con la potenza dissipata in corrente continua, vedi definizione di
valore
efficace per la corrente o per la tensione.
Ecco per� come si procede dal punto di vista pratico per una misura
nel
campo delle
radiofrequenze.
Quando vuoi misurare la potenza trasmessa da un trasmettitore, di
solito,
interponi, tra esso e l'antenna, uno strumento, ovviamente chiamato
wattmetro. (Di solito nello stesso strumento � inclusa anche la
possibilit�
della
misura della
potenza riflessa dall'antenna verso la linea di trasmissione e del ROS
-
rapporto di onde stazionarie, detto anche
SWR - standing wave ratio, cio� lo
strumento � anche ROS-metro o SWR-meter.)
Ora, se vuoi, in questo caso, ma anche in generale quando occorre
effettuare
un test di
qualsiasi tipo, puoi sostituire all'antenna un carico fittizio, cio�
un
carico resistivo che per� non irradi -il quale ovviamente si
riscalda-, in
modo da poter fare tutte le prove
che vuoi, senza emetere segnali di disturbo. Nella pratica, la misura
della
potenza la fai
comunque usando il wattmetro interposto tra il trasmettitore e il
carico.
Importante: il valore della resistenza deve essere pari all'impedenza
in ingresso dell'antenna: per esempio, se quest'ultima � 50 ohm
(puramente
resistivi, cio� con
reattanza 0), allora devi prendere
una resistenza
di 50 ohm e il trasmettitore "non si accorge" in alcun modo che non si
tratta di un'antenna ma di un carico fittizio. Infatti, se i 50 ohm
dell'antenna non ti davano onde stazionarie, allo stesso modo non te
le
daranno i 50 ohm del carico fittizio.
La differenza tra un'antenna molto efficiente e un carico fittizio �
questa:
un'antenna molto efficiente ha grande resistenza di radiazione e bassa
resistenza
di perdita; un carico fittizio ha bassa resistenza di radiazione ed
alta
resistenza di perdita.
La resistenza di radiazione � un termine matematico correlato
all'energia
che viene effettivamente irradiata, mentre la resistenza di perdita �
correlata all'energia non irradiata che riscalda l'antenna, ma anche
conduttori
posti nelle vicinanze (o anche il suolo) a causa delle correnti
parassite
indotte. Vedi
http://it.wikipedia.org/wiki/Antenna
paragrafo 3.3.
Ciao.

--
Gino Di Ruberto, Napoli
IK8QQM
Lettera inviata alle Istituzioni su "Emergenza rifiuti a Napoli e
Torce al Plasma"
http://groups.google.com/group/infonapoli-newsletter/msg/8289fa672a5d8f87?hl=it
Received on Mon Feb 06 2012 - 10:03:43 CET

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