Enrico SMARGIASSI ha scritto:
(cut)
> Confronta p.es. con Newton, che aspetto' vent'anni a pubblicare la sua
> teoria perche' non era soddisfatto delle dimostrazioni che aveva,
> rifiuto' sempre di scriverne in modo non matematico, e strada facendo si
> dovette inventare tutta una branca della matematica.
(cut)
Ok.
Visto che mi metti a confronto con Newton, approfondiamo.
Supponiamo che Newton abbia avuto in un primo momento l'intuizione
"qualitativa" del fatto che la ragione per la quale un corpo cade �
sostanzialmente la stessa (basta aggiungere un'inerzia tangenziale) per
cui orbita.
Ragionamento, questo, che potrebbe essere intuito da chiunque, una volta
espresso.
Tu dici che aspett� vent'anni prima di pubblicizzare la cosa, aspett� di
averla formalizzata matematicamente.
Mi chiedo perch� non abbia reso nota da subito la sua intuizione
qualitativa, rivolgendosi agli altri matematici e fisici del suo tempo, e
chiedendo loro di collaborare alla dimostrazione matematica.
Sicuramente qualcuno avrebbe collaborato (non tutti l'avrebbero preso per
pazzo) e non si sarebbero dovuti aspettare quei vent'anni.
Forse voleva tutta la gloria per s�?
Io avrei rotto subito le palle con la mia intuizione qualitativa, la cui
capacit� unificante era chiara in s�, al di l� dei calcoli, e potreva
invogliare qualcuno a farli.
Supponiamo, dicevo.
Sfortunatametne le cose non sono andate cos�.
****Newton non ebbe quell'intuizione qualitativa****, la ebbe unaltro, e
Newton fu solo il matemaatico che la recep� e la formalizz�.
N� ebbe il merito, tra tanti matematici dell'epoca, di intuirne
l'importanza, poich� fu praticamente solo a lui, in una corrispondenza
privata, che quella intuizione venne comunicata, ed anzi egli ebbe una
certa resistenza a riconoscerne il valore, commise errori nella sua
interpretaizone e, ciliegina sulla torta, non riconobbe pubblicamente la
paternit� dell'idea, becandosi lui tutta la gloria.
Pazzesco, vero?
Qui di seguito copio alcuni brani dell'articolo a firma di I.Bernard
Cohen, dal titolo "Newton e la scoperta della gravit�" pubblicato nel n�
153 de "Le Scienze", maggio 1981, e riproposto dal Quaderno n� 10
(novembre 1983), pag.10.
"...Robert Hooke introdusse Newton ad un nuovo modo di analizzaare un
moto lungo una traiettoria curva. Hooke si era reso conto che il moto di
un corpo orbitante aveva due componenti, una componente inerziale ed una
centripeta, ossia diretta verso il centro. La componente inerziale tende a
far muove il corpo su una linea retta tangente all'orbita curva, mentre la
componente centripeta lo attrae continuamente facendolo deviare dalla
traiettoria retilinea. In un'orbita stabile come quella della Luna le due
componenti si fanno equilibrio, cossicch� la luna non si allontana lungo
una traiettoria rettilinea n� discende a spirale verso la terra (cut)
Il 24 novembre 1679 Hoocke scrisse a Newton proponendogli di avviare una
corrispondenza "filosofica" privata su argomenti scientifici di reciproco
interesse (cut)
Invitava Newton a commentare qualsiasi delle sue ipotesi o opinioni, in
particoalre la nozione che i moti dei pianeti fossero composti da "un moto
diretto per la tangente e un moto di attrazione verso il corpo centrale".
Fu a quanto pare questa frase a richiamare l'attenzione di Newton
sull'idea di decomporre un moto curvo in una componente inerziale e in una
componente centripeta (sic)
(cut)
Nella sua lettera Hooke azzardava il suggerimento che la forza centripeta
che attrae il pianeta verso il sole vari inversamente al quadrato della
distanza (risic).
(cut)
Il 28 novembre N. rispose a H. che prima di leggere la sua lettera del 24
non aveva "mai sentito parlare (a quanto posso ricordare) della sua
ipotesi che i moti celesti siano composti da un moto diretto per la
tangente alla curva" e da un moto di "attrazione verso il sole".
Dopo aver ammesso che l'analisi di H. era nuova per lui, N. cambi�
improvvisamente argomento pasando ad una sua fantasticheria: l'effetto
della rotazione della terra su un oggetto in caduta libera. Se un oggetto
lasciato cadere potesse passare attraverso la terra quale traiettoria
descriverebbe? N, concluse erroneamente che seguirebbe una traiettoria a
spirale.
Nella successiva lettera di Hooke, datata 9 dicembre, questo colse
l'errore di N. e sottoline� che "la traiettoria assomiglierebbe ad
un'ellisse". H. era ansioso che N. affronasse il porblema del moto dei
pianeti, cosicch� gli sugger� che la corretta descrizioene di un oggetto
in caduta attraverso la terra e la sua propria analisi erano due casi di
"moti circolari composti da un moto diretto e da un moto di attrazione
verso un centro"
(cut)
In una lettera successiva (6 gennaio 1679) in risposta ad un'accoglienza
un po' fredda della sua precedente, H sottoline� che la sua analisi
"spiega in modo intellegibile e vero tutte le apparenze celesti":
Newton non rispose a questa lettera..
(cut)
Newton, a quanto pare, pervenne quasi ad assolvere il compito assegnatogli
da H. Dimostr� che un'ellisse avrebbe soddisfato le condizioni da lui
poste."
(cut)"..
Caro Enrico.
Tu hai proposto il raffronto con Newton.
Troppo onore!
Mi basta il raffronto (se proprio vuoi, per argomentare, proporre
raffronti storici), con il "qualitativo" Hooke.
C'� qualche matematico che voglia collaborare, ed *****eventualmente*****
prendersi tutta la gloria? :-)
Ciao.
Luciano Buggio
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Received on Thu Feb 19 2004 - 16:30:55 CET