On Mon, 26 Nov 2001, StefanoA wrote:
> Salve a tutti,
> vorrei porre un problema, di chiara importanza pratica, connesso al
> riscaldamento domestico:
>
> E' pi� efficiente impostare un'alta temperatura dei termosifoni per brevi
> periodi oppure una temperatura inferiore per tempi pi� lunghi?
>
> A livello teorico mi verrebbe da pensare che � meglio tenere una bassa
> temperatura per lunghi periodi, la caldaia dovrebbe in questo modo scaldare
> con maggior efficienza l'acqua (se non altro per il maggior salto di temp
> tra gas e liquido).
>
> In pratica per� vuol dire far circolare pi� a lungo l'acqua con perdite
> potenzialmente maggiori nei muri..
L'argomento e' sempre sembrato interessante anche a me ma, dalle poche
nozioni di fisica tecnica che ricordo dal passato credo che il porblema
sia assai comnplesso e che dipenda piu' da come e' realizzato l'impianto
di riscaldamento che non dall'andamento temporale della temperatura dei
termosifoni.
Innanzitutto occorre definire meglio quale sia l'obbiettivo da
raggiungere: e' evidente che richiedere una temperatura la cui media
temporale sia un dato valore non e' adeguato in quanto non e' la stessa
cosa mantenere sempre a 20 gradi un locale o tenerlo a 10 gradi per mezza
giornata ed a 30 gradi per l'altra mezza. Quindi qui si entra in un ambito
di valutazione di benessere fisiologico difficilmente quantificabile.
La mia impressione senza fare conti e' che, entro un ambito di piccole
variazioni delle temperature massima e minima dei locali, il consumo del
riscaldamento sia grosso modo proporzionale alla temperatura media ed
indipendente dal ciclo termico. Questo si basa sulla considerazione che,
una volta portate alla temperatura richiesta le masse coinvolte (muri,
pavimenti, ecc.) l'energia spesa nel riscaldamento serve solo a compensare
le perdite verso l'ambiente esterno. Queste perdite sono in prima
approssimazione proporzionali alla differenza di temperatura fra interno
ed esterno. In questa ipotesi e' facile verificare in un caso semplice (ad
esempio mezza giornata a 18 gradi e mezza a 22 e supponendo costante la
temperatura esterna) che il maggior consumo nella meta' a temperatura piu'
alta e' compensato dal minor consumo nella meta' a temperatura piu' bassa
e che il consumo e' uguale nel caso in cui si sia mantenuta la temperatura
interna costantemente a 20 gradi.
L'efficienza della caldaia dovrebbe essere trascurabile in quanto la
differenza di temperatura fra acqua e fiamma e' sempre molto alta e
comunque negli impianti di riscaldamento non si ottiene maggiore
temperatura aumentando la temperatura dell'acqua di caldaia, ma aumentando
il rapporto tempo acceso/tempo spento.
l.f.
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Received on Mon Nov 26 2001 - 18:55:46 CET