Secondo il principio della conservazione dell’energia, l’energia spesa per una certa trasformazione deve essere uguale a quella ritrovata alla fine. Non è però un principio “necessario” con una dimostrazione generale e assoluta ma piuttosto qualcosa che nelle varie forme di trasformazione dell’energia è stato sempre verificato. Direi una constatazione empirica mai smentita.
Ora guardate il filmato.
https://drive.google.com/file/d/1_SO2SDxvCuZedYU3DPftR5_qNaHk2FI6/view?usp=share_link
Il giroscopio ha la caratteristica di mantenere il suo asse sempre nella stessa direzione. Quindi l’operatore per far ruotare l’asse deve applicare una forza (anzi una coppia di forze) che vinca la coppia resistente che il giroscopio gli oppone. Inoltre quanto il giroscopio “sente” la coppia che vuole ruotare l’asse, sviluppa anche la forza che darebbe il moto di precessione. Ma l’operatore impedisce il moto di precessione che comunque non ci interessa specificamente. L’operatore continua ad applicare la coppia “motrice” e fa ruotare a ruotare l’asse fino a fargli raggiungere la direzione desiderata.
Alla fine della variazione della direzione dell'asse, l’operatore ha applicato una coppia * uno spostamento e quindi ha speso un lavoro; il giroscopio gira alla stessa velocità di prima (quindi ha uguale energia cnetica), solo su una direzione diversa.
Il lavoro speso dall’operatore per imporre la variozione di rezione dell'asse, sembra andato perso, violando così il famoso principio. E’ così o no?
Received on Sun Dec 11 2022 - 15:22:26 CET