Elio Fabri ha scritto:
> marcofuics sa gia' come la penso sul suo modo di parlare di fisica...
> Qui poi e' peggio, perche' pretenderebbe di spiegare a uno che ne sa
> meno di lui
E qui....meglio non parlare... :)
ancora non mi e' capitato di veder il contrario: spiegare a uno che ne
sa di piu'... :)
> (anche se io non ho ancora capito che cosa davvero sa
> marcofuics, ma questo e' un poblema mio...)
Il problema non si pone affatto, ma sinceramente non capisco il perche'
di Fabri verso una ostinazione a non cercar di capire...una sorta di
impermeabilita' della sua mente.
Non sono uso a questo tipo di "dialoghi", anzi li detesto, ma e' bene
capirsi!
[sinceramente se Fabri sia un ex professore bacchettone oppure un
mediocre fisico (ne' sperimentale ne' teorico) non e' affar mio;
finche' ci si rispetta!]
Ma vengo al problema. [repetita juvant]
La deflessione della luce e' stata misurata!
Di quanto la traiettoria d'un raggio di luce si discosta da quella
attesa dipende dal cammino percorso, e nello spazio tale cammino in
prossimita' di corpi celesti subisce una inclinazione.
La sistemazione teorica a cui il fenomeno esposto (conosciuto come
lente gravitazionale) si adatta pone lo stesso principio logico nella
descrizione e spiegazione della "cattura" della luce (mai direttamente
<<osservata>>) da parte dei corpi celesti chiamati Buchi Neri.
Il fenomeno quindi ha bisogno di una descrizione matematica, teorica,
ma cio' non esclude la possibilita' di operare diverse interpretazioni
e tutte "valide nel contesto della stessa teoria che le genera".
Per la dinamica Newtoniana la spiegazione del fenomeno e' possibile (a
patto di accettare un errore intrinseco che tuttavia non la inficia
drasticamente) se al fotone si attribuiscono 2 proprieta':
- essere un corpo, avere quindi una sua massa!
- essere un corpo, quindi essere localizzato in una regione di spazio!
Che tale posizione sia corretta e' molto improbabile; pero' fattibile
se al fotone si associa quella massa che equivale alla sua energia,
quindi la sua "azione gravitazionale" sarebbe dell'ordine
~ h*ni/c^2 [la equivalenza a cui mi sono riferito e' la E=m*c^2 da cui
per sostituzione con la relazione che da' al fotone una energia
E=h*ni]. In linea di principio, come tra l'altro ho detto nel
precedente mio post, non ci sarebbero grosse discrepanze concettuali se
si rimane in una ottica newtoniana, poiche in questa ottica non si
proibisce ad alcun corpo di procedere ad una qualsiasi velocita';
stiamo solo considerando (per quanto possibile) quale possa essere la
traiettoria di un corpo nel campo gravitazionale di una stella, se tale
corpo ha una sua "massa" ed una sua "velocita'" (che casualmente
coincidono con quelle del fotone!). Il risultato che si ottiene da
questo semplice (e semplicistico) calcolo non e' poi da buttar via
poiche' ha un fattore 2 di correzione. Come prima approssimazione la
reputo soddisfacente ma inefficace allo scopo di calcoli quantitativi
piu' fini.
Nel caso si voglia valutare piu' precisamente il fenomeno, ecco che
bisogna adoperare schemi teorici diversi: la teoria della relativita'
fa al caso.
La deflessione da lente-gravitazionale e la cattura da BucoNero da'
risultati molto piu' vicini a quelli misurati.
Lo studio della traiettoria della luce sfruttando l'impalcatura della
teoria della relativita' si puo' ricavare utilizzando l'iconale in uno
"spazio curvo", sempre pero' considerando la luce nel suo modello
classico... (semiclassico direi). Lo spazio-tempo viene "deformato"
dalla presenza di Energia, secondo la teoria della relativita', ed e'
proprio questa deformazione che incide sulla propagazione del raggio
luminoso imponendo una traiettoria diversa da quella attesa nel caso di
uno spazio-tempo euclideo <<piatto>>. Come funziona questo modello
della relativita' Generale e' fuori dagli scopi del mio intervento, ma
l'equazione che lega:
--- la "deformazione" dello spazio-tempo alla
--- Energia (massa) localizzata in una certa regione
e' detta equazione di Einstein.
Quindi:
Una stella (energia + massa) nello spazio deflette la triettoria <<che
noi misuriamo>> d'un raggio di luce poiche' la luce si trova a
viaggiare in uno spazio-tempo curvo, ma in buona sostanza il raggio di
luce ha progredito nel suo cammino sempre dritto davanti a se'!
A questo punto una considerazione potrebbe corroborare il discorso:
vale l'equivalenza, cioe' il ragionamento all'inverso, il
simmetrico....... a partire dal quale un fotone curva lo spazio?
Dipende dal tipo di approccio che si adotta; che identita' si associa
al fotone (al raggio di luce)!
Received on Wed Aug 02 2006 - 12:35:59 CEST
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