"Enrico SMARGIASSI" <smargiassi_at_ts.infn.it> ha scritto nel messaggio
news:4090CC93.80304_at_ts.infn.it...
> Elio Fabri wrote:
>
> > Quanto al brevetto anni '20 del MOS, ma com'e' possibile?
>
> I brevetti (tre) erano a nome di un fisico immigrato negli USA nel 1926,
> un certo Lilienfeld, e richiesti - e concessi - tra il 1926 ed il 1930.
> Non so se si potessero chiamare MOS, erano comunque transistor ad
> effetto di campo. Il principio in effetti e' semplice, si tratta di
> "strozzare" il canale nel quale passano i portatori tramite un campo
> elettrico esterno, modulando cosi' la conduttivita' e creando in questo
> modo un amplificatore. Naturalmente Lilienfeld, come nessuno prima della
> MQ, non aveva idea di struttura a bande, drogaggi ecc.. Ed in effetti il
> dispositivo, cosi' come era descritto, non funzionava (mica e' detto che
> un oggetto brevettato funzioni). Ci riuscirono alla Fairchild trent'anni
> dopo.
Il principale problema che rendeva non funzionante il transistor MOS era la
spiccata tendenza dell' ossido ad assorbire elementi dall' atmosfera, in
particolare (credo) sodio, questo creava una certa quantit� di carica all'
interfaccia ossido-semiconduttore che faceva spostare la tensione di soglia
a valori negativi ( per un n mos) risultando quindi sempre attivato. Per
questo i primi Mos erano a canale p, in modo che la tensione di soglia, per
quanto poco controllabile, fosse sempre dello stesso segno.
Tali problemi sono stati risolti principalmente controllando accuratamente
l' atmosfera di fabbricazione dei dispositivi che deve essere la pi� pura
possibile.
Received on Thu Apr 29 2004 - 12:44:25 CEST
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