Re: quesito su c

From: Bruno Cocciaro <b.cocciaroNOSPAM_at_comeg.it>
Date: Wed, 22 Jan 2003 23:23:49 +0100

"Elio Fabri" <mc8827_at_mclink.it> wrote in message
news:3E2EEFD5.9F1F18DD_at_mclink.it...
[...]
> Per definire una velocita' (non solo quella della luce) devi anzitutto
> stabilire un sistema di riferimento, il che vuol dire un sistema di
> strumenti di misura di distanze e di tempi, collegati rigidamente tra
> loro.
e' per questo che a me pare che il problema dei corpi rigidi _deve_
necessariamente essere risolto (che siano aste o cubi, o dischi).
Non sapere con esattezza cosa siano i corpi rigidi mi pare che sia come non
sapere con esattezza quale sia il legame fra una qualunque teoria che abbia
a che fare con sistemi di riferimento e la realta'.
In sostanza o la teoria della relativita' e' una teoria puramente matematica
(cosa che ovviamente non e'), oppure si deve far rientrare nella teoria la
spiegazione di cosa sono e di come si comportano i corpi rigidi (anche di
come si comportano quando vengono mossi, cioe' quando vengono accelerati. Il
punto di ascissa 10m e' il punto dove e' l'estremo del corpo rigido che
usiamo come unita' di misura dopo che lo abbiamo mosso (accelerato) per 10
volte).
Altrimenti alla affermazione "il corpo A ha una velocita' di 1 m/s " non
saprei proprio dare alcun significato; io la interpreterei cosi': "quando il
mio orologio, posto all'estremo 1 dell'asta _rigida_ che prendiamo come
unita' di riferimento, segnava 0 sec il corpo A si trovava anche esso
all'estremo 1; quando l'orologio di caio, posto all'estremo 2 dell'asta
rigida, segnava 1 sec il corpo A si trovava anche esso all'estremo 2"
(ovviamente io e caio avevamo sincronizzato i nostri orologi .... abbiamo
anche affrontato in qualche modo il problema di cosa succede (e cosa non
succede) agli orologi quando vengono accelerati (ad esempio accelerati per
portarli uno all'estremo 1 e un altro all'estremo 2)).

Un sistema di riferimento e' definito basandosi sul corpo rigido, o
basandosi almeno su una asta rigida (che " e' " la nostra unita' di misura);
almeno a me pare che cosi' debba essere.
Abbiamo affrontato il problema altre volte, non so se ricordi. L'ultima
volta ne abbiamo parlato nel Luglio scorso ... ci eravamo lasciati dicendo
che nell'estate mi sarei dovuto studiare un po' di roba per comprendere
appieno cosa mi avevi detto tu ... beh , ora e' passato anche Natale, i
libri in mano li ho anche presi, ma rimettere in moto i neuroni e' tutto un
altro paio di maniche :-).

Forse pero' puo' risultare chiaro ora cosa intendevo quando dicevo che un
corpo rigido va considerato come se fosse "incollato" allo spazio, che il
corpo rigido in un certo senso " e' " il sistema di riferimento, o se vuoi
che il sistema di riferimento si comporta come un corpo rigido (essendo
definito in base ad esso).

In sostanza, per riprendere il discorso dell'asta, l'asta rigida ideale si
deve ipotizzare altrimenti non si sa cosa sia un sistema di riferimento, e
tale asta, una volta accelerata e portata a velocita' v, deve essere (se
vuoi per il principio di relativita') identica a come era prima di essere
accelerata (quindi nell'asta rigida ideale, una volta finito il processo di
accelerazione, non possono piu' essere presenti onde di densita' che
continuano all'infinito a propagarsi riflettendosi agli estremi).

Lo so che e' molto antipatico continuare a ribattere su un tema anche dopo
che qualcuno ci ha fatto notare cose che non si sono ben comprese causa la
propria ignoranza, pero' .... siccome ti avevo salutato dicendo "avrei
qualcosa da ribattere, ma intanto sfrutto l'estate per rimettermi a studiare
qualcosina cosi' da comprendere per bene quanto mi hai detto " e siccome i
neuroni non mi sono ripartiti, intanto ho colto l'occasione per dirti cosa
avevo da ribattare.
Ci sarebbe ancora da precisare ... ad esempio ci sarebbe da dire che un
sistema di riferimento si puo' anche definire senza fare uso affatto dei
corpi rigidi, usando solo la luce, ma sarebbe solo un modo per eludere il
discorso, almeno cosi' parrebbe a me.

> Elio Fabri

Ciao.
--
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Wed Jan 22 2003 - 23:23:49 CET

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