Le Scienze, Febbraio 2006, Theodore A. Jacobson e Renaud Parentanì:
“Le onde sonore in un fluido si comportano in maniera straordinariamente
simile alle onde luminose nello spazio. E i buchi neri hanno analoghi
acustici. E’ possibile che lo spazio-tempo sia letteralmente una specie di
fluido, come l’etere della fisica prima di Einstein?”
L’articolo si conclude come segue:
“L’unificazione della relatività generale e della meccanica quantistica
potrebbe costringerci ad abbandonare l’idea di spazio e tempo continui e
a scoprire gli atomi dello spazio-tempo. Einstein potrebbe aver pensato
qualcosa di simile quando nel 1954 scrisse al suo amico Michele Besso:
‘Considero plausibile che la fisica non si possa basare sul concetto di
campo, cioè di strutture continue. Così però si distruggerebbero le
fondamenta stesse della fisica, e al momento non c’è una teoria alternativa
… Ma poi non rimarrebbe nulla del mio castello in aria, compresa la teoria
della gravitazione, e nulla del resto della fisica moderna’ Oggi il castello
è ancora intatto, ma il suo futuro appare incerto …“
Ora Lee Smolin in “La rinascita del Tempo” indica il suo "atomo di spazio"
come mezzo per il moto di tutto, dalla palla da tennis a pag. 231 alla luce
a pag. 227. Anche Rovelli fa affermazioni analoghe. Eppure entrambi
non si pongono dei dubbi su Einstein e sulla Relatività.
Devo pensare che Jacobson e Parentanì fraintesero quella lettera di
Einstein a Besso?
Received on Thu Sep 30 2021 - 01:40:40 CEST
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