Daniele ha scritto:
> sapendo che, gia' in un semplice campo gravitazionale ma ancor piu'
> sensibilmente nei pressi di un buco nero, i concetti di spazio e tempo
> vengono meno, perdendo significato ...
Perche' dici questo?
Se vuoi dire chenon si possono usare i concetti "abituali", siamo
d'accordo.
Ma lo spazio-tempo esiste nelle situazioni che citi, ed e' anche
possibile (magari in vario modo) separare lo "spazio" dal "tempo".
> ... due corpi, ormai "avvinghiati" nel campo
> gravitazionale di un buco nero, i quali sono, in linea d'aria, spazialmente
> "equidistanti" dal centro, lo sono anche "temporalmente"?
>
> In altre parole, due osservatori che sono ormai irrimediabilmente catturati
> dal campo gravitazionale del buco nero, e che si trovano, spazialmente, alla
> stessa distanza da esso, lo sono anche nel tempo?
Quando dici "avvinghiati", ovvero "irrim. catturati" immagino tu voglia
intendere che hanno superato l'orizzonte degli eventi.
Penso anche che tu stia pensando al caso piu' semplice di buco nero,
quello a simmetria sferica, detto anche "b.n. di Schwarzschild" (non e'
colpa mia se questo nome appare veramente astruso, e si fa anche un po'
fatica a pronunciarlo, senza adeguato allenamento...)
Insomma: pensiamo a due piccole masse che cadono radialmente, rimanendo
sempre alla stessa r (coordinata radiale di Schw.). Da un certo punto in
poi si trovano "dentro" l'orizzonte, e continuano a cadere.
Pero' non e' opportuno dire "si trovano alla stessa distanza da esso",
perche' dentro l'orizzonte spazio e tempo in un certo senso si scambiano
i ruoli (questo ha un preciso significato tecnico: non ci annettere
niente di filosofico, per favore!)
Purtroppo pero' non capisco che cosa intendi con "distanza nel tempo".
Ognuno dei due punti (masse, osservatori) ha la sua "linea d'universo";
si porta dietro un orologio che indica il suo "tempo proprio", e sulla
linea d'universo c'e' un punto per ogni valore del tempo proprio.
A uno stesso valore di questo tempo, entrambi cadono nella singolarita'
(r=0).
A tempi precedenti, possiamo misurare la loro distanza spaziale, e
questa va diminuendo fino a zero.
Ma che altro ci possiamo chiedere?
--
Elio Fabri
Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
Sez. Astronomia e Astrofisica
Received on Fri Jan 26 2001 - 09:50:33 CET