Riflessioni su alcuni fondamenti

From: Omega <Omega_at_NOyahoo.it>
Date: Sun, 9 Sep 2012 11:13:25 +0200

I.

Sistemi/Enti ISOLATI (o chiusi).

Per 'ente' si intende qui letteralmente ' unit� essente', ossia tutto ci�
che � individuabile come unit� che esiste (senza entrare qui nel problema
dell'individuazione, nell'esercizio della quale, a tutti i livelli di
indagine, si possono commettere errori anche fatali, del tipo lucciole per
lanterne per intenderci).
Per 'sistema' si intende ancora tutto ci� che � considerabile come unitario,
ma dal punto di vista funzionale, e descrivibile appunto in termini
funzionali; pu� essere quindi un ente oppure un'aggregazione funzionale di
enti (sempre per� l'individuazione passa attraverso gli aspetti
funzionali/comportamentali, ma c'� una diffusa tendenza a dimenticarlo dopo
aver tratto qualche conclusione).

Se per 'sistema/ente isolato (chiuso)' si intende un sistema/ente che non ha
nessuna interazione con altri sistemi/enti (cio� con il mondo), allora,
anche ammesso e non concesso che esista (v. nel seguito), per definizione
esso � _trasparente_ a ogni possibile osservazione dal momento che
l'osservazione � interazione - come efficacemente sottolineato da Werner K.
Heisenberg.
Dunque un eventuale sistema isolato, essendo "trasparente", non
interferirebbe con alcuna interazione fra altri sistemi/enti, ossia
per essi non esisterebbe. Perci� si pu� dire che non esiste, non essendovi
di esso traccia nel cosmo per nessun ente esistente, ed essendo il cosmo,
per definizione, l'insieme di tutto l'esistente.

Come conseguenza l'esistenza di un sistema/ente isolato (chiuso) pu�
solo essere dichiarata/ipotizzata, cosa che pu� fare chiunque, ma non vi
sarebbe alcun modo per dimostrarne l'esistenza, ma vi sarebbe il modo - come
sopra - per dimostrarne l'inesistenza _nel cosmo_. E del resto, mancando
ogni interazione, anche il ritenere che esista - o foss'anche vero che
esiste - � del tutto irrilevante, essendo nullo per definizione il suo
effetto sul mondo e viceversa (ma il viceversa ovviamente � di interesse
ancora minore, anzi nullo).

Osservazioni:

1. "ente esistente" � un'affermazione autoreferenziale di un certo mondo (il
nostro nella fattispecie); in altri termini, qualora un sistema isolato
esistesse, allora anche al suo "interno" un osservatore direbbe a sua volta
del sistema di appartenenza che � il "sistema esistente", e negherebbe
l'esistenza di altri sistemi, non esistendo sue interazioni tali da far
concludere per l'esistenza di altri sistemi.
Ci� suggerirebbe forse che nel ragionare di sistemi isolati noi
dovremmo premettere che il nostro potrebbe anche esserlo, salvo prova
contraria, perch� se lo fosse non potremmo saperlo non esistendo relazioni
con altri sistemi per definizione? V. osservazione 2.

2. Ha senso applicare al mondo (chiamiamolo R di 'Reale'), ovviamente stando
al suo interno, l'ipotesi che sia un sistema isolato?
Non ha senso perch�:
a) se R fosse il solo esistente il concetto di "isolato" non
si applicherebbe trattandosi di attributo relativo;
b) se R appartenesse a un insieme di sistemi isolati, tale insieme sarebbe
isolato a sua volta (privo di ogni possibile interazione), ma essendo tale
insieme il solo esistente il concetto di "isolato" per esso in realt� non
avrebbe senso, e tuttavia sarebbe isolato rispetto ai sistemi di cui �
composto, fra cui R; ossia R sarebbe isolato rispetto a se stesso, e ci� �
assurdo (v. nota (*));
b'. nel caso in cui R fosse il solo esistente e avesse al suo interno un
sistema S isolato, R non potrebbe definirsi isolato per l'osservazione a),
tuttavia sarebbe isolato rispetto a S, quindi si tratterebbe di due sistemi
reciprocamente isolati. E ci� riporta alla condizione b).

In conclusione a R non pu� essere applicato il concetto di sistema
isolato/chiuso.
Una conseguenza � che, non essendo chiuso e tuttavia essendo il solo
esistente, � necessariamente infinito. Se fosse finito avrebbe infatti dei
confini, e tali confini definirebbero un complemento alla totalit�,
complemento che invece non esiste essendo R il solo esistente. Naturalmente
� escluso che il confine sia il nulla, dal momento che il nulla non �.

(*) [Tutto ci� ricorda il paradosso di Bertrand Russell sull'insieme di
tutti gli insiemi, insieme che non appartiene all'insieme degli insiemi,
ossia non appartiene a se stesso (paradosso solo apparentemente risolto
dall'istituzione di insiemi speciali - propri e impropri e scuse simili -
per far funzionare la teoria degli insiemi, ma di fatto per niente risolto
sul piano logico, cio� l'istanza di generalit� propria della teoria e
qualche pregiudizio hanno intaccato la logica). Russell � una brutta bestia
da smontare (vedi la questione del tempo); non per niente a Cantor, che pure
non era l'ultimo arrivato, � venuto un mezzo coccolone quando ha ricevuto la
lettera di Russell :-); poi a fargli annusare i sali sono intervenuti von
Neumann, Zermelo, Fraenkel e altri, ma Cantor � ancora l� che boccheggia :-)
Nel caso presente, ma anche in generale, si pu� ricorrere all'analogia della
Polis, o meglio del rapporto fra le istituzioni e la Polis: la Polis � il
sistema complessivo che le include tutte (� il mondo), e cos� come essa pu�
intervenire su ciascuna di esse, allo stesso modo ciascuna di esse pu�
intervenire sulla Polis: se per� si strattasse di sistemi isolati, allora
varrebbe quanto al punto 2.b), infatti il rapporto impossibile sarebbe anche
quello fra Polis e istituzioni, non solo fra istituzioni, e quindi fra la
Polis e se stessa in quanto insieme di tutte le istituzioni. Cos� la
pertinenza di questa legittima analogia allontana concettualmente del tutto
dal paradosso di Russell, e in certo senso lo risolve senza inventare scuse,
infatti la Polis � proprio un'istituzione come un'altra, per quante ne
includa e anche se le include tutte: del resto include proprio anche se
stessa, essendola. E questo � vero anche per l'insieme di tutti gli insiemi,
se non lo si considera (illogicamente) come un contenitore: considerare un
insieme come un contenitore � un errore concettuale enorme: un fatal-error
ma diffuso tanto quanto l'inquinamento da CO2 :-)]

II.

Il secondo fondamento segue immediatamente a quello relativo ai sistemi/enti
isolati. Si tratta della
CONTINUITA' DEL COSMO
�uno, continuo� dice la Dike di Parmenide.
Per definizione i sistemi/enti non-isolati interagiscono fra di loro. Tutti.
E ci� gi� parla chiaramente di continuit� del cosmo.
Che � UNITA' anche solo (ma non solo) grazie a tale totale interazione fra
gli enti (sul fatto che l'interazione sia diretta o indiretta occorrono
delle precisazioni in funzione della definizione di 'limite' o 'confine' o
'forma' o 'configurazione' dell'ente).

Osservazioni:

4. un chiarimento merita il concetto di continuit� "interna" del singolo
ente - ammesso in prima istanza che il singolo ente sia logicamente
individuabile e quindi abbia senso parlarne (in ogni caso non � un sistema
isolato/chiuso).
La domanda �:
le capacit�/caratteristiche di interazione proprie di ciascun ente, possono
essere isolate, quindi indipendenti, non comunicanti fra loro,
reciprocamente ininfluenti?
In altre parole un ente � un'unit� oppure un mosaico di capacit� di
interazione tra di loro appunto isolate, quindi anche separabili? (In via di
principio, non potendo essere definite come 'enti', esse non rientrano nel
fondamento I, quindi occorre una dimostrazione apposita.)
Dunque, supposto che tale mosaico sia vero o possibile, allora ciascun tipo
di interazione realizzerebbe nel cosmo intero una rete di interazione
isolata per definizione. Il cosmo, pur "unito" da tali interazioni ma
separatamente da ciascuna di esse, rifletterebbe l'isolamento fra di loro
delle capacit� di interazione proprie degli enti. Il cosmo sarebbe perci� a
sua volta un mosaico di (effetti di) interazioni distinte, separate,
reciprocamente trasparenti (cio� reciprocamente inesistenti). Dunque non
sarebbe n� 'uno' n� 'continuo', ma sarebbe un insieme di sistemi isolati -
potremmo chiamarli 'campi'. Dall'interno di ciascuno di tali 'campi' di
interazione si
concluderebbe che non ne esistono altri; per esempio, dall'interno di un
sotto-cosmo gravitazionale si concluderebbe che non esiste un sotto-cosmo
elettromagnetico ecc. (tanto per semplificare ed esemplificare all'ingrosso
delle capacit�/caratteristiche di interazione, che verosimilmente alla loro
base sono di altra natura) ecc. ecc.
Ma tutto ci� - ossia un cosmo tutto composto da sistemi isolati - � gi�
stato mostrato come paradossale e quindi impossibile, inesistente (I).
La conclusione di questa osservazione dice che le capacit� di interazione, a
qualunque livello del cosmo, sono fra loro interagenti in modo tale da
realizzare l'unit� a tale livello e fra tutti i livelli possibili. Ma dice
anche che tali capacit� sono necessariamente le medesime a qualunque livello
della struttura del cosmo: non pu� cio� esistere alcuna capacit� di
interazione isolata/indipendente perch� realizzerebbe una divisione in due
del cosmo, con le due parti reciprocamente inesistenti, dunque un cosmo
inesistente in quanto composto da due sistemi isolati [I. 2. b) e b')]

Il cosmo quindi � unitario ed � omogeneo relativamente alle capacit� di
interazione a tutti i suoi livelli: esse esistono sempre tutte, sebbene a
diversi livelli di strutturazione e di attivit�.
Perci�, come corollario, ipotizzare che esistano entit� che interagiscono
solo per una via - per esempio quella gravitazionale - con gli altri enti ma
non su altre vie di interazione, � logicamente e fisicamente assurdo.

Tutto ci� non implica che le leggi fisiche come noi le conosciamo siano esse
stesse le capacit� di interazione di cui si � detto, e che quindi esse siano
universali e immutabili (ammesso che questo attributo abbia senso, e non ne
ha di sicuro nel presente). Esse sono pi� verosimilmente solo alcuni aspetti
locali e contingenti di interazioni di carattere universale e fra loro
interagenti, come appena mostrato, potendo quindi strutturare
contingentemente e localmente qualunque realt� che non le neghi mai in
quanto fondamenti.

La domanda conseguente � quali e quante potrebbero essere le capacit� di
interazione fra gli enti.
Un'indicazione viene da quanto appena mostrato: esse non sono separate, non
sono indipendenti, non sono isolabili.
Ci� suggerisce che si tratta di un'unica capacit� di interazione che si
manifesta in modi diversi e sempre reciprocamente interagenti.(**) Ma non
c'� neppure ragione che tali modi siano finiti se non localmente e
contingentemente (e apparentemente). Ma per arrivare a un ragionamento
soddisfacente sul tema occorre esaminare innanzitutto un terzo
concetto/fondamento (il concetto di 'elementare').
Per ora vale la pena osservare un'interessante analogia. Analizzando i
cinque sensi, si scopre facilmente in modo intuitivo, ma � provato
dall'embriologia, che tutti sono varianti del tatto, solo a diversi livelli
di sensibilit�; ed � ormai noto che anche il sistema nervoso ha la medesima
origine/natura, e l'intera struttura di comunicazioni interne (ma anche
esterne), e non solo nervose, degli organismi. Un tatto che, come minimo, �
scambio di energia. Ma questa potrebbe essere appunto solo una vaga
analogia.
Tuttavia quello dell'energia � un fondamento che sicuramente accomuna fisica
e biologia, ed � il pi� difficile da analizzare, ammesso che sia
analizzabile. Nondimeno anch'essa fornisce, per come nota, qualche
indicazione (che si riconnette al concetto di elementare), ed � che essa ha
una molteplicit� di forme e a certe condizioni pu� passare dall'una
all'altra, cos� di nuovo si dovrebbe concludere che in s� non ha alcuna
forma, e quindi in s� non � accessibile, cos� come nulla che sia realmente
elementare.

(**) questo aspetto suggerisce che, per quanto in vari modi si riesca a
dividere un ente - mi riferisco dunque all'universo delle cosiddette
particelle, che in una forma o nell'altra consideriamo enti - il risultato
(uno o molteplice) della divisione necessariamente presenta delle
caratteristiche di interazione e quindi lo possiamo sempre considerare
unit�/ente a sua volta. Pertanto virtualmente sono infinite le particelle
che si possono trovare: necessariamente pi� del numero dei metodi adottati
per ottenerle.
La ventilata esistenza di solo due tipologie di "particelle", fermioni e
bosoni - fra cui i secondi sarebbero operatori di interazioni, - separando
dunque logicamente e fisicamente ci� che � da come interagisce, � assurdo.
Infatti, ci� che esso �, � tale proprio e solo perch� interagisce in un
certo modo, e pensarlo come "non interagente" senza un bosone di supporto �
pensarlo come sistema isolato. E i sistemi isolati non esistono (I).

O

 
Received on Sun Sep 09 2012 - 11:13:25 CEST

This archive was generated by hypermail 2.3.0 : Sat Jan 04 2025 - 04:23:31 CET