Re: rotore di E

From: Tetis <gianmarco100_at_inwind.it>
Date: Sat, 31 Dec 2005 17:20:11 GMT

                    Il 30 Dic 2005, 23:39, sakurai <sakurai_at_aliceNOCAPITOLS.it> ha scritto:
> Salve a tutto il newsgroup.
> Vorrei capire perche' rot E -> 0 per c -> oo.
>
> La vedo cosi': se l'onda e' molto veloce, il campo E varia lentamente
> nello spazio, e le sue derivate spaziali sono piccole. E' sbagliato?

Non sono certo di avere capito se il nesso che dici c'� o
� fortuito, il fatto � che le equazioni di Maxwell possono essere
scritte in modo da evidenziare che i campi elettrici
e magnetici obbediscono ciascuno ad una equazione
di D'Alembert. Poi rimangono le equazioni rotE=-1/c dB/dt
e l'equazione rotB=1/c dE/dt. L'equazione di D'alembert
dice che a frequenza "v", fissata, di variazione del campo
in un dato punto, la lunghezza d'onda va come c/v. Dunque
la variazione spaziale � tanto pi� lenta quanto pi�
� grande la velocit� della luce. Questo presuppone per�
che sia possibile stabilire una scala di velocit� diversa
dalla velocit� della luce ed in modo non convenzionale.

Ad esempio un sistema atomico fissa una scala di lunghezza
e di tempo che coinvolge la variabile esterna h. Una valutazione
ingenua che parte dal raggio di Bohr e fissa la scala temporale
ad h/a porta ad una velocit� di cinque ordini di grandezza superiore
alla velocit� della luce. In effetti se consideriamo come scala temporale
il tipico tempo di decadimento di un atomo eccitato troviamo
una velocit� ben pi� ragionevole.

E la luce prodotta in una transizione atomica
ha lunghezze d'onda macroscopiche rispetto alla grandezza dell'atomo.
In genere dipende dalla situazione pratica considerate.
 Per esempio a livello delle capacit� tecnologiche
di variare i campi con condensatori o per mezzo di rotazione meccanica
di rotori le possibili velocit� sono estremamente lente rispetto
alla velocit� della luce e quindi il flusso concatenato contribuisce
poco alla variazione di corrente. Cio� si pu� trascurare
l'autoinduzione dovuta a cambiamenti meccanici continui della
geometria di un circuito. Diversa la questione quando si apre
un circuito o quando si sottopone un circuito ad una onda
elettromagnetica di lunghezza d'onda comparabile alle
dimensioni stesse del sistema.

> Temo di non aver inquadrato bene il problema.
>
> Ciao,
> sakurai.
> --
> Registered Linux user #368440 <http://counter.li.org/>
>
          

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Received on Sat Dec 31 2005 - 18:20:11 CET

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