Newton ed Einstein

From: Ponentino <stud.ed2008_at_gmail.com>
Date: Sun, 4 Aug 2019 14:25:40 -0700 (PDT)

NEWTON ED EINSTEIN
e le mistificazioni che la scienza ha fatto sulle loro idee.

Entrambi vengono presentati come grandi sostenitori dello spazio vuoto, inteso come il nulla. Niente di più falso! Vediamo cosa hanno scritto.
Cominciamo da Newton. Nel 1693 ha scritto:







«È inconcepibile che l’inanimata, bruta materia, senza la mediazione di qualcos’altro che non sia materiale, debba operare e influire su dell’altra materia senza contatto reciproco, come dovrebbe essere se la gravitazione, nel senso di Epicuro, fosse essenziale e inerente a essa. E questa è la ragione del perché desideravo che voi non attribuiste a me la gravità innata. Che la gravità debba essere innata, inerente ed essenziale alla materia, in modo tale che un corpo possa agire su un altro a distanza attraverso un vuoto, senza la mediazione di nient’altro, per il tramite del quale la loro azione e forza possano essere trasmesse dall’uno all’altro, è per me un’assurdità così enorme da non credere che un uomo dotato di un’adeguata facoltà di giudizio nelle questioni filosofiche possa mai cadervi. La gravità deve essere causata da un agente che opera costantemente in accordo a certe leggi, ma se questo agente sia materiale o immateriale l’ho lasciato alla valutazione dei miei letto
ri».

Da:

Isaac Newton a Richard Bentley, 25 febbraio 1693, tr. it da The Correspondence of Isaac Newton, ed. by H.W. Turnbull, 7 voll., Cam¬bridge University Press, Cambridge 1959-77, vol. 3, pp. 253-254.


Quindi è chiarissimo che Newton è assolutamente contrario all’azione a distanza senza un mezzo intermedio, pertanto non può essere attribuita a lui.



Fu invece formulata da Rogers Cotes, nella sua prefazione ai - Principia " , di cui curò l’edizione durante la vita di Newton. Per Cotes dall’esperienza deriva che la gravità ha diritto di essere considerata una proprietà essenziale della materia tanto quanto l’estensione e la mobilità. E quando la teoria di Newton si affermò e si diffuse in Europa, prevalse l’opinione di Cotes piuttosto che quella di Newton.


E se Newton nei - Principia - ha usato la gravità senza accennare alle proprietà del mezzo intermedio , è essenzialmente per due motivi: il primo per brevità, al fine di rendere più semplice e chiara l’esposizione; il secondo è perché non conosceva il modo con cui lo spazio fisico, o l’etere, facesse da tramite tra i due corpi per esercitare l’azione gravitazionale reciproca.

Infatti nella seconda edizione della << Phylosophiae Naturalis Principia Mathematica >> del 1713 , nella sezione finale intitolata - Scolio Generale - ha scritto:

<< In verità non sono ancora riuscito a dedurre dai fenomeni la ragione di queste proprietà della gravità, e non invento ipotesi. >> Che contiene la celeberrima frase in Latino : - Hypoteses non fingo -.

Alcuni anni dopo nell’Optics , Query 21, terza edizione del 1717, invece propose un’ ipotesi :
<< Questo mezzo, non è molto più raro dentro i corpi densi del Sole, delle
stelle, dei pianeti e delle comete che nel vuoto spazio celeste
esistente tra essi? E nel passare da quelli a distanze molto maggiori,
non diventa continuamente sempre più denso, e causa per ciò stesso la
gravitazione di questi grandi corpi l'uno verso l'altro e delle loro
parti verso i corpi: ogni corpo compiendo uno sforzo per andare dalle
parti più dense del mezzo verso quelle più rare? Perchè, se questo mezzo
fosse più raro dentro il corpo del Sole che sulla sua superficie, e lì
più raro che alla centesima parte di un pollice dal suo corpo, e lì più
raro che nell'orbita di Saturno, non vedo alcuna ragione per cui
l'incremento della densità debba arrestarsi in un qualche luogo e non
debba piuttosto continuare attraverso tutta la distanza dal Sole a
Saturno ed oltre: e sebbene questo incremento di densità possa, alle
maggiori distanze, essere estremamente lento, tuttavia se la forza
elastica di questo mezzo è estremamente grande, essa può essere
sufficiente per spingere i corpi dalle parti più dense del mezzo verso
le più rare, con tutta quella potenza che chiamiamo Gravità. >>


Qui è chiarissimo che Newton propone l’etere come mezzo che riempie tutto lo spazio,e che con la sua diversa densità causa le forze gravitazionali che agiscono sugli oggetti celesti, ma anche su quelli terrestri.


Con quest’ultima ipotesi, dato che etere e spazio non sono separabili, Newton non sostiene più l’idea dello spazio assoluto come scenario passivo, immobile e immutabile, indipendente dagli avvenimenti che avvengono in esso. Ma con la sua densità, che può variare da punto a punto, lo ritiene responsabile della gravità.





Quasi due secoli dopo anche Einstein, con la curvatura, ha reso lo spazio partecipe degli eventi. Naturalmente ci sono delle differenze sostanziali tra le idee dei due grandi scienziati. La più importante è che Einstein nega l’etere inteso come sostanza distinta dallo spazio e in esso contenuta, come erano i precedenti modelli, etere luminifero compreso. E al suo posto, dopo la RG, propone - lo spazio fisico dotato di proprietà fisiche - come nuovo modello di etere, che possiamo quindi chiamare “spazio-etere”. Perciò anche Einstein dopo il 1916 era contrario allo spazio inteso come il nulla del vuoto, e ha affermato che la RG non avrebbe senso senza uno spazio-etere dotato di proprietà fisiche.


Nonostante tutto questo, la scienza ha trasformato Newton ed Einstein nei grandi sostenitori dello spazio vuoto inteso proprio come il nulla, mentre entrambi si sono espressi in senso esattamente contrario.




(Per Einstein il discorso è più complicato, perché ha negato l’etere dal 1905 al 1916. Inoltre anche il principio di relatività del moto e l’esperimento di Michelson-Morley vengono interpretati, erroneamente, in questo senso. Mentre il principio di relatività è valido solo per quello che succede “dentro la stiva della nave”. Invece, guardando fuori della stiva sono subito evidenti gli effetti della velocità. E chi volesse approfondire il discorso può leggere il libro Einstein e l’etere, autore Kostro, ed. Dedalo).
  

Lo spazio fisico è ancora un grande mistero. Da molto tempo sappiamo che è tutt’altro che “il nulla” e che in esso avvengono fatti fisici molto importanti.



Ma la Fisica del ‘900 ha operato un grosso inganno riguardo a tutti i fenomeni fisici che avvengono nel “vuoto”, nel senso che ha sostituito il fenomeno fisico, vero e concreto che avviene nello spazio, con la sua rappresentazione grafica-matematica. E molti credono che i campi siano solo dei vettori tracciati su di un foglio, e non dei veri enti fisici nello spazio. E lo stesso avviene per le onde, la polarizzazione, la curvatura, ecc.

Dobbiamo chiederci: perché c’è stata tutta questa grave mistificazione? Perché si è operato, soprattutto con l’inganno e le menzogne, per imporre il concetto (assurdo) di spazio inteso come il nulla del vuoto?


Principalmente dietro tutto questo c’è il delirio di onnipotenza della fisica dal ‘900 in avanti, che non può ammettere che esista qualcosa di cui conosciamo pochissimo, e che ha avuto anche l’impudenza di chiamare " atomi " degli “oggetti” che poi si sono rivelati complicatissimi e inesauribili.

E il principale sostegno filosofico alla base di queste menzogne e questi inganni è l’ateismo, infatti nel nulla non potrebbe esistere niente.

Ma tutti i progressi della fisica, MQ compresa, rendono sempre più evidente la reale fisicità dello spazio che appare sempre più straordinaria.
Ed essa e proprio l’anello mancante tra scienza e fede.

Ponentino
  
Received on Sun Aug 04 2019 - 23:25:40 CEST

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