Ciao, questa � la terza volta che provo a postare e qualcosa si
blocca.
Non escludo che questo post arrivi in triplice copia
(con qualche modifica in ogni copia, ma questa � l'ultima,
indipendentemente
dall'ordine di apparizione !!! ).
Nurom ha scritto:
> Ciao Valter, ti do del tu, spero che non te la prenda.
Ciao, perch� mai dovrei prendermela? Anche io ti ho dato del tu :-)
>Io parlavo della "massa adulta
> non di scienza", e di ragazzi al primo contatto con la meraviglia di
> soddisfare le curiosit�. Mentre tu sposti il discorso su di te e in
>generale su persone di scienza.
E' vero che ho detto cose personali, ma si rifierivano ai miei primi
contatti con la scienza verso i 12-13 anni inoltre volevo solo
fare un esempio differente dal tuo. E ce ne sono anche diversi
dal mio e dal tuo. Durante i miei studi ho conosciuto, come avrai
conosciuto tu, molte persone con un interesse verso la scienza
scaturito in modo molto simile al mio, ma anche persone che hanno
acceso la loro scintilla in altro modo.
> Appunto, perch� le persone in grado di spiegarle alla societ�
>(attenzione, non agli studenti) in termini semplici, quindi
>inevitabilmente imprecisi, non si prendono la responsabilit� di farlo.
>Non potrebbe essere per paura di essere isolati dalla comunit�
>scientifica? E' una domanda....
Il fatto � che la divulgazione delle idee scientifiche, delle scienze
dure, � una cosa seria e bisogna saperla fare, per esempio,
io non ne sarei capace. Bisogna conoscere prima di tutto,
ad un livello non superficiale, la scienza di cui si parla oppure
avere collaboratori con tale livello di conoscenza, ma non basta
sicuramente, bisogna avere la percezione di cosa il pubblico del media
usato � in grado di capire davvero e di come farglielo capire.
Non ci si improvvisa a fare ci�, lo scienziato di professione non
pu� farlo senza uno studio appropriato.
Questa figura, divulgatore di professione, manca da noi,
eccetto rarissime eccezioni (forse solo Piero Angela e suoi
collaboratoi) e lo spazio � automaticamente preso da altre "pseudo
figure"
che non svolgono un buon servizio, di cui abbiamo invece sempre
pi� bisogno, come societ� tecnologica.
> Infatti, qui ci si deve spostare sul piano scolastico, e i media
>finiscono la loro azione. Concordi con me nel dire che l'hanno fatta?
Dico, che per ora, da quello che vedo in Italia, l'hanno fatta si,
ma non bene. Inoltre il potere dei media sulle menti
giovani � infinitamente pi� forte di quello della scuola che non
naviga proprio in buone acque. Per cui si tratta di un discorso
delicatissimo di competenze e reciproco rispetto, cosa
a mio parere assente da parte dei media verso la scuola.
> Se mi segui dimmi, come fare scoccare quella scintilla ha chi possiede
>la nostra stessa indole, ma non se n'� ancora accorto? Facendogli
>vedere in televisione come si ricava l'equazione di Schrodinger?
Non di certo sarebbe troppo difficile.
Forse parlandogli di argomenti di fisica elementari
o anche di lvello alto non importa tanto, perch� ci� che
interessa ad uno e che lo colpisce dal punto di vista emotivo
� diverso da ci� che colpisce un altro.
Ma senza dire cose palesemente false e senza fare
pseudoragionamenti incomprensibili perch� organizzati male
ed, in definitiva, perch� il mezzo (programma televisivo)
� lasciato vincere sul contenuto (la fisica).
Bisogna esporre dei ragionamenti, magari semplici, ma
comprensibili con un inizio ed una fine.
Perch� non si scappa:
questo � fare scienza, a tutti i livelli!
Tanto vale mostrarlo subito e non dare false illusioni.
La "scienza spettacolo" non serve a niente per chi
si interesser� di scienza studiandola davvero.
Chi finisce a studiare fisica o matematica,
sperimenta subito che lo spettacolo non c'� proprio e,
se si � iscritto a fisica o matematica con quell'immagine,
si ritrover� solo deluso.
Non si dovrebbe inoltre, per tutti, non solo per quelli che
hanno "la scintilla" (che sono comunque alla fine una
minoranza) dare l'idea che la scienza sia una "stramberia"
con salti logici, che possono capire pochi "geni"...
persone che si perdono in pensieri astrusi ed incomprensibili
ai pi�. Per esempio, nella trasmissione incriminata, si vedeva
Einstein che diceva che quando lavorava a Zurigo il suo
studio aveva la finestra di fronte al manicomio. Einstein
si chiedeva chi fosse pi� pazzo tra i ricoverati e lui stesso.
Ecco queste cose con la scienza non c'entrano niente e,
a mio parere, servono solo a "tamponare" il trauma di
chi non ha capito nulla della spiegazione dell'esperimento
ideale del treno e si consola pensando: "ma certo in fondo
questa � roba da manicomio...lo dice Einstein stesso"
e pensieri di questo tipo.
Queste cose, secondo me allontanano dalla scienza,
non avvicinano certo. Ed in ogni caso non la dipingono
in modo realista, ma ne danno pi� che altro una caricatura.
Ciao, Valter
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Valter Moretti
Dip. Matematica - Univ. Trento
http://www.science.unitn.it/~moretti/home.html
Received on Thu Nov 24 2005 - 20:00:11 CET