Temperatura massima raggiunta bruciando "qualcosa"

From: studioso di fisica <studiosodifisica_at_gmail.com>
Date: Mon, 16 Sep 2019 09:40:24 -0700 (PDT)

Cerco di esporre in modo più chiaro possibile le idee confuse che ho in mente.

Sto cercando di capire quanto combustibile tradizionale (metano, carbone, ecc.) viene aggiunto quando si vuole incenerire una unità di massa di CDR (combustibile da rifiuto).

I dati che ho in mio possesso (tratti da alcuni testi e ricerche web) sono:
- potere calorifico del CDR (circa 3000 Kcal/kg)
- temperatura a cui deve avvenire la combustione: 900 °C (perchè a t più basse la combustione delle plastiche sviluppa diossina
- i poteri calorifici dei combustibili tradizionali.



Sono partito da quello che ho sentito in un documentario visto in TV in cui, raccontando la storia dell'acciaio, si evidenziava il fatto che prima dell'avvento del carbone, usando la legna come combustibile, non era stato possibile raggiungere le temperature necessarie alla reazione tra Fe e C (per produrre la ghisa e quindi l'acciaio abbassandone il tenore di C).

Mi sono chiesto:
scelto un combustibile, come si fa a capire la temperatura raggiunginbile bruciando una certa unità di massa di quel combustibile?
Ho applicando le formule:

Q=Pc * m
Q= m * c * (t2-t1)

Pc: potere calorifico
m: massa
c: calore specifico
t2, t1: temperature iniziali e finali

Usando come combustibile il legno mi vengono temperature ben al di sopra dei 1500°C che servono per la produzione dell'acciaio in altoforno.

Potete aiutarmi...ammesso che sia stato chiaro?
Received on Mon Sep 16 2019 - 18:40:24 CEST

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