"Dario Bressanini" <Dario.Bressanini_at_gmail.com> ha scritto nel messaggio
news:cp93mk$cg0$1_at_newsfeed.cineca.it...
> E qui c'e' il caso classico del benzene: con una struttura di Lewis (e
> un termine nella psi) non si riesce a dare una descrizione adeguata.
> Poiche' posso scrivere due strutture a doppi legami equivalenti tra loro
> c'e' da aspettarci che, usandole tutte e due come base per costruire la
> psi, riesca a migliorare la descrizione. E infatti e' quello che
> avviene. A livello matematico non faccio altro che usare una
> combinazione lineare delle due psi approssimate.
> Ora: come "interpreto chimicamente" questa cosa? Faccio notare che
> l'interpretazione chimica NON e' assolutamente necessaria. Dal calcolo
> posso ottenere tutte le osservabili che mi interessano. Visto che ho
> messo due strutture, chiamo questa cosa "risonanza". ma NON e' un
> fenomeno fisico.
nei libri di chimica generale che ho viene cmq sottolineato che
*sperimentalmente* si vede che i legami C-C hanno tutti la stessa lunghezza
compresa fra quella del legame doppio e quella del semplice.
> E' semplicemente un modo immaginifico di descrivere con
> le parole un'operazione matematica di combinazione di due psi
> approssimate, ognuna con una "descrizione chimica". A volte in alcuni
> (pessimi) libri delle superiori viene addirittura descritto il benzene
> come se "oscillasse" tra le due strutture in alternanza (Sic! :( )
io non so quali possano essere questi testi, so pero' che almeno quelli
universitari riporatno il classico esempio
di Wheland sul mulo che non e' ne' meta' cavallo e meta' asino e neppure un
cavallo per meta' tempo e asino per l'altra.
E' invece un animale con caratteristiche intermedie. Questo esempio per
quanto banale chiarisce che nessuna delle formule del benzene
e' corretta. Questo viene detto da tutti i testi che conosco, perfino
l'Atkins
di ch. generale...
> Se si ha chiara l'origine matematica delle due diverse scuole di
> pensiero, non si fanno confusioni, e non si confonde realta' fisica con
> i problemi dei modelli.
a proposito di questo punto che e' stato l'argomento portante dell'altro tuo
post,
vorrei citare il Silvestroni che, pure nel suo piccolo, avverte che e' bene
non
confondere fisica
e modelli matematici:
'' per descrivere atomi e molecole ci si serve usualmente di modelli;
questi non vanno pero' intesi come ingrandimenti degli atomi o delle
molecole, ma come rappresentazioni semplificate, per lo piu' grafiche, di
formulazioni matematiche spesso assai complesse, coerenti con le proprieta'
fisiche e chimiche che atomi e molecole mostrano nella realta'.[...]''
e poi sulla realta' degli orbitali, in sintonia con quanto affermato dal
prof. Mirone in
http://wwwcsi.unian.it/educa/pedagogia/orbitali.html :
''richiamiamo l'attenzione sul fatto che l'orbitale in se' e' la
rappresentazione grafica di una espressione matematica, e non ha realta'
fisica: esso l'acquista solo se e' occupato almeno da un elettrone. Le
dizioni "orbitale occupato da un elettrone" oppure "orbitale che contiene un
elettrone", correntemente usate, formalmente non sono corrette, perche' un
elettrone non puo' occupare o essere contenuto in... una espressione
matematica. esse vanno intese nel senso di "orbitale che descrive
l'elettrone". ''
> Se invece la matematica viene spazzata via si ottiene una confusione
> totale.
>
> E' per questo che sempre piu' chimici si stanno orientando verso il
> "modello VSEPR" Valence Shell Electron Pair Repulsion, per
> l'insegnamento al primo anno.
mah; io vedo che i libri piu' rigorosi parlano sia di VB che di MO e VSEPR.
Naturalmente il livello di approfondimento e' quello che e' e torniamo al
discorso
dei prerequisiti necessari a studiare seriamente MO per esempio.
ciao
andrea
Received on Fri Dec 10 2004 - 22:03:38 CET