Re: Qualcuno mi risponde?
Luca ha scritto:
> Ma limitiamo il discorso "a cose fatte". Ormai l'elettrone e' a contatto con
> un altro elettrone (cosi', visto che sono puntiformi non abbiamo limitazioni
> di raggio, come spieghi piu' sotto): la legge di coulomb mi dice o no che ho
> una repulsione infinita? se integro la relazione di coulomb tra "0" ed r
> (con r = la normale distanza di un e dal nucleo), ottengo o no un lavoro
> infinito? Ci vuole o non una energia infinita per far cio?
Certo, ma che problema c'e'? Vuo dire che due elettroni non potranno mai
venire in contatto. Ma eravamo partiti da un elettrone e un nucleo,
ossia cariche opposte: e' una situazione tutta diversa...
> Ho capito che in
> MQ le cose sono diverse, ma e ricordi l'origine di questo discorso, io ti
> chiesi come mai gli scienziati, in epoca pre-quantistica, si erano posti il
> problema dell'emissione di onde elettromagnetiche da parte delle'e che
> sarebbe caduto a spirale sul nucleo e non il fatto che il bilancio
> energetico di una tale caduta sarebbe stato paradossale. Tu mi hai risposto
> che il nucleo non e' puntiforme ed impone cosi' una ditsanza di "sicurezza".
Infatti.
> Qui sopra mi parli giustamete dell'emissione di fotoni e del fatto che in
> reakt� l'energia cinetica dell'e non va a infinito. Ma se non si conoscesse
> la MQ, sta benedetta velocita' dovrebbe adare ad infinito, cosi' come
> l'energia.
Scusa, ma non ti seguo.
Scordiamoci la m.q., che e' venuta dopo.
Abbiamo un elettrone che cade sul nucleo, perdendo in parte energia per
irraggiamento. Dato che il nucleo ha un raggio finito, la caduta non
implica nessun infinito.
Il vero problema era che la caduta avrebbe avuto durata brevissima, e
percio' non si capiva come potessero esistere atomi d'idrogeno stabili.
> ...
> Io penso che prima della MQ si pensasse che anche
> gli e dovesereo avere una estensione e che cosi' il famoso 1/r^2 di coulomb
> non diverrbbe mai = oo! E' cosi'?
Si'. Uno dei problemi aperti all'inizio del secolo scorso era la
"struttura dell'elettrone".
Si assumeva che dovesse avere dimensioni piu' o meno pari al cosiddetto
"raggio classico", circa 3e-13 cm, se ricordo bene, ma questo creava un
sacco di problemi...
> Caro Elio, converrai con me che non e' poi cosi' difficile sentire il bisogno
> di farti la domanda che ti aspetti :-)
Infatti ti ho anticipato ;-)
> Facciamo cosi'...una cosa per volta.
> Ti risparmio la risposta a questa domanda. Meglio apprendere un po per
> volta. Ma almeno aiutami a capoire quanto ti scrivo piu' sopra.
Vedi, questo e' uno dei problemi che si trovano a ripercorrere la
storia...
Ci si mette nei panni dei nostri antenati, si ritrovano i loro stessi
problemi, non si sa come uscirne...
Il nostro vantaggio e' sappiamo che se ne esce; ma bisogna imparare a
pensare in un altro modo.
Purtroppo tu, anche se seimolto piu' giovane di me, pensi ancora piu' o
meno come pensavano un Lorentz o un Rutherford.
Poi sono venuti Bohr, Heisenberg, e vari altri, e ci hanno mostrato una
strada diversa. A me questa strada e' stata insegnata un po' piu' di 50
anni fa, mentre tu devi ancora vederla. E purtroppo la strada non si
puo' percorrere soltanto conversando in un NG...
Col che non voglio dire che mi rifiuto di continuare la conversazione,
ma solo che non puoi aspettarti miracoli. Se vuoi davvero capire, devi
mettere in programma alcuni anni di studio.
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Elio Fabri
Dip. di Fisica "E. Fermi"
Universita' di Pisa
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Received on Tue Apr 01 2003 - 21:52:17 CEST
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