Re: Vuoto

From: Piercarlo <ramukreip_at_yahoo.it>
Date: Sat, 25 Aug 2007 00:01:37 +0200

cometa luminosa <a.rasa_at_usl8.toscana.it> wrote:

> Quindi tu non cerchi di ragionare in modo autonomo in base alle
> conoscenze che hai acquisito, ma in base all'autorevolezza di chi
> esprime le proprie idee. Se lo avessi saputo prima, non avrei certo
> perso tempo ad esprimerti le mie.

Cosa vuoi che ti dica? Vuoi avere ragione a tutti i costi? Te ne d�
quanta ne vuoi... Il thread � partito da Elio Fabri con l'intento di
mostrare, per l'ennesima volta, come a voler fare i divulgativi su
questioni complesse come la MQ si finisce solo per fare pasticci e
basta.
Io mi ero limitato a cogliere l'occasione (precisando che non sono un
fisico n� altro ma, se proprio mi si vuole attaccare un'etichetta, solo
uno spettatore della fisica) per "scaricare" un po' di considerazioni
sul perch� secondo me la MQ (nel caso specifico ma avrebbe potuto essere
qualsiasi altro tema al di fuori dell'esperienza di chi dovrebbe fruire
della divulgazione) non � divulgabile nel senso corrente con cui si
intende la divulgazione scientifica.

Al che sei entrato tu cercando di far passare per "normale" e
"intuitivamente comprensibile" ci� che ben altri prima di te (e penso,
se permetti, con ben altri meriti: dopotutto, se anche i pirla come me
ne conoscono i nomi, vuol dire quantomeno che di "baccano" ne hanno
fatto un bel po'!) si sono sempre premurati di sottolineare, a mo di
messa in guardia: confidate il meno possibile nelle immagini di buon
senso o nelle consuetudini.
Anche matematiche. Feynman, nello spiegare l'esperimento delle due
fenditure, fa una precisazione, che poi lascia a mezz'aria ma che la
dice lunga in proposito: "per inciso (...) quando abbiamo a che fare con
fenomeni ondulatori classici (...) usiamo i numeri complessi come un
espediente matematico per semplificare le nostre analisi. Ma nella
meccanica quantistica noi *dobbiamo* usare i numeri complessi. Le sole
parti reali non funzionano. Questo al momento � solo un appunto tecnico
perch� la formula appare identica in entrambi i casi".

Per te questo probabilmente vorr� dire poco o nulla ma per me � stato un
piccolo fulmine a ciel sereno. Feynman in pratica dice: "Attenti! Anche
a livello matematico vi possono essere sottigliezze che possono
lasciarvi con l'impressione di aver capito tutto quando in realt� non
avete capito niente. E questo tipo di sottigliezze cominciano a
presentarsi fin da subito!" Tutto questo, nella tua "spiegazione pi�
dettagliata", almeno a me, sfugge. Se uno non la conosce gi� per altre
vie e ha solo te come fonte di informazione... semplicemente sta fresco,
altro che "autorevolezza"!

Ora a me, non essendo un fisico, mi interessa molto poco delle
chiacchiere a pi� o meno alto livello che vanno ad attribuire la
"confusione" della MQ a questa o a quell "errata visuale" o "approccio"
(sia per il principio di indeterminazione che per l'entanglement): ve la
potete intortare come volete ma la MQ continua a fare a pugni con il
senso comune che, errato o no, � comunque il livello da cui parte la
mente umana per definire il "dove sono e cosa ho intorno". E scusa se �
poco!
  
E "l'abbandono dello stretto realismo einsteniano" non � precisamente
una cosa che si fa a cuor leggero, tanto per andare a prendere un
cappuccino. Fosse stato cos�, Einstein non ci si sarebbe speso tanto,
con Bhor, a cercare di venire fuori dal puttanaio che il principio di
indeterminazione si portava con s�. Perch�, per quanto ci si possa fare
l'abitudine, era ed � rimasto un puttanaio. E l'entanglement, se
possibile, lo ha reso ancor pi� puttanaio, non meno.
Ora come uno si comporti in un puttanaio sono affari suoi... ma
sicuramente per me non basterebbe cambiare il nome di qualcosa per farmi
cambiare anche la sua percezione. Non basta vendermi per "normale" una
situazione che non lo � per farmi cambiare idea al riguardo.
Tornando a noi, non mi pare un progresso strepitoso il "riconciliare" la
MQ con il senso comune... svuotando di significato le basi di
quest'ultimo dicendo che tanto, alla fine della fiera, "non c'� niente
di reale". Grazie! Peccato per� che quando cerco di attraversare un muro
o gli faccio un buco oppure non ci passo attraverso neppure a piangere!

Comunque la si rigiri, la MQ portata a questi livelli lascia nel piatto
*un solo messaggio completamente surreale* e precisamente: niente di
quello che costituisce il mondo di esperienza sensibile accessibile non
solo a un essere vivente ma anche agli strumenti pi� sensibili e
sofisticati che questi possono inventarsi per sopperire alle proprie
deficienze, � realmente esistente. Esistono solo gli effetti, non le
cause. Non esiste pi� materia, non esiste pi� un "qui e ora", non esiste
pi� *niente* che assomigli a quanto sperimentato in precedenza e, quando
possibile, *compreso* in precedenza.

Il tutto in barba alla pi� plateale delle evidenze: l'universo classico,
"solito" che praticamente secondo la MQ dovrebbe squagliarsi da un
istante all'altro in poltiglie quantistiche di vario genere... continua
a rimanersene intorno a noi dove � sempre stato, beato e pacifico: le
sue leggi di conservazione *classiche* se ne fanno un baffo della MQ.
"c", entanglement o non entanglement, continua a rimanere "c" e cos� di
seguito.

Con questo stato di cose ci sono solo due possibilit�: o si da della
"bugiarda" a una delle due "Meccaniche" oppure, molto semplicemente e
banalmente si accetta che, per quanto possa dispiacere al nostro amor
proprio, la natura ha degli aspetti che sono *strutturalmente*
inconciliabili in un unico modello di rappresentazione e osservazione
della realt�.

"Qualcosa" che concilii i due aspetti della natura evidentemente c'�,
visto che in essa le due "meccaniche" coabitano non solo pacificamente
ma pure, per quel che ne posso capire io, con una eleganza da togliere
il fiato. Il problema per� non � della natura ma nostro: abbiamo il tipo
di apparato mentale adatto a rapportarsi "intuitivamente" con la
struttura interna di questa "eleganza" e di comprenderla senza rischiare
la schizofrenia?
La mia personale risposta � "no" e da questo consegue il mio giudizio su
ogni tentativo di "rinormalizzazione" dialettica (o meglio:
pseudo-rinormalizzazione) in termini di (presunta) "esperienza comune"
ci� che a questa non appartiene e non ha alcuna possibilit� di
appartenervi: nella migliore delle ipotesi sono giusto chiacchiere e
nella peggiore sono veri e propri autoinganni. Poi, se piacciono, non
discuto: a ciascuno i suoi gusti.

Piercarlo

PS - Giusto per amor di scrivere. Penso che il giorno che avremo
sviluppato una teoria dell'intelligenza ci sar� possibile, in linea di
principio, costruire una macchina che possegga il giusto tipo di
intelligenza "adatto" per comprendere "intuitivamente", con il minimo di
mediazioni astratte possibili, il nostro universo per quello che �.
Temo per� che sar� un tipo di intelligenza molto diversa da quella che
conosciamo ora e che potrebbe riproporre il problema della
"indivulgabilit�" sotto un'altra forma: quello *dell'impossibilit�* di
comunicare direttamente con una simile intelligenza. Sarebbe una beffa
veramente deliziosa! :-)
   
  
Received on Sat Aug 25 2007 - 00:01:37 CEST

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